Il 19 maggio scorso sono iniziati i lavori previsti alla foce del Torrente Candelaro per il ripristino della duna. L'area interessata da questo intervento comprende la fascia costiera a nord e a sud della foce del Candelaro per una lunghezza complessiva di circa 1'500 metri. Qui il sistema dunale un tempo presente su tutto il litorale è stato completamente distrutto dall'azione dell'uomo ed attualmente è presente solo una stretta striscia di arenile dove è presente una vegetazione di piante pioniere. Il progetto prevede di favorire il ripristino naturale del cordone dunale attraverso la realizzazione di un primo embrione della larghezza di circa 12 metri e dell'altezza di circa 3 metri, con il seguente materiale: -per il ripristino del tratto di duna in riva sinistra del Candelaro (780 metri) si prevede di utilizzare il materiale di scavo dalle aree circostanti unendolo al legno morto della pineta e ai depositi di posidonia che naturalmente si accumulano in grande quantità su questo tratto di spiaggia; -per il tratto in riva destra del Candelaro (720 metri) viene utilizzato il materiale di scavo sul retro del tratto di duna da ripristinare, dove si stanno realizzando un canale e degli stagni retrodunali. Questo primo embrione di duna verrà sagomato secondo lo schema riportato in figura 1 e rinforzato con biorete biodegradabile in juta o cocco su tutta la superficie. Successivamente verranno piantumate le essenze tipiche dell’ambiente da ripristinare utilizzando piante locali provenienti dal vivaio dell'Oasi Lago Salso (Ginepro, Lentisco e Mirto) o dalle aree limitrofe (Ammofila, Gramigna litoranea, Gramigna delle spiagge, Calcatreppola marittima, Carota spinosa, Soldanella, Ravastrello, Euforbia delle dune, Giglio di mare, Erba medica di mare, Santolina) che, una volta insediatesi, svolgeranno la funzione di consolidamento e protezione della duna. La prima area di intervento riguarda il tratto a sud dalla foce del Candelaro al villaggio Sciale delle Rondinelle. I lavori vengono eseguiti con il personale e i mezzi del Consorzio per la Bonifica della Capitanata. Durante il corso dei lavori è stata evidenziata la presenza di una pianta invasiva, il Fico degli Ottentotti, che rappresenta una minaccia per il sistema dunario, poiché compete con le altre specie sia per lo spazio (costituendo mantelli estesi e compatti), sia a livello radicale per acqua e nutrienti (modificando le caratteristiche del suolo). Per questo si è deciso di procedere alla sua distruzione.
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